Intervista con Ariane Lüthi

31. gennaio 2017

L’atleta svizzera emigrata in Sudafrica vince da anni importanti maratone ciclistiche sia in patria che all’estero. Particolarmente degne di nota sono le tre vittorie della Cape Epic, del Grand Raid e il titolo di campionessa svizzera.

Ariane, hai vinto tre volte la Cape Epic. Che cosa ti piace tanto di questa gara? Quali sono le difficoltà e le sfide che pone?

La Cape Epic è un’avventura ciclistica e allo stesso tempo una possibilità di scoprire il paese in bicicletta, la mia grande passione. Mentre questa era la mia motivazione principale durante le mie prime partecipazioni, ora l’obiettivo è chiaramente vincere questa gara prestigiosa. Per me è questo l’enorme stimolo che mi spinge a svolgere il lungo e faticoso lavoro di preparazione, dal quale traggo l’energia per disputare le gare della stagione.

Un altro grande stimolo è rappresentato dal formato della competizione, che è organizzata a squadre. Si corre infatti a coppia, il che non è poi così facile per noi atleti individualisti. Il successo dipende da armonia, supporto reciproco, rispetto, fiducia e soprattutto un’ottima comunicazione. Riuscire a superare queste sfide insieme e vivere le emozioni della vittoria è però un’esperienza molto più intensa, appunto perché condivisa.

Le difficoltà della gara risiedono nella temperatura, nel terreno e nella lunghezza della competizione. Possono esserci 15-45 gradi, il terreno può essere polveroso e accidentato, e quindi lento: tutto questo rende la gara non solo una sfida, ma una vera avventura.

Durante le gare pedali ad alta intensità per diverse ore. Alla Cape Epic addirittura per vari giorni di fila. Puoi darci un’idea di come si svolge il tuo allenamento?

La mia routine di allenamento comprende 5 livelli di intensità. Il mio allenatore mi dà chiare indicazioni sulla lunghezza del percorso e sull’intensità, affinché le mie condizioni fisiche siano perfette per le gare più importanti. Le gare meno importanti servono alla preparazione e offrono l’occasione di testare la forma fisica, ma anche materiali, tattica e alimentazione. Tutte le mie uscite sono accompagnate dal misuratore di potenza, uno strumento che facilita la pianificazione dell’allenamento e il controllo da parte del mio allenatore.

Mi alleno per il 20-30% su strada con la bicicletta da corsa. Il resto del tempo lo trascorro sulla mountain bike. Faccio anche un po’ di allenamento muscolare, ma solo in minima parte. Recentemente nei giorni di recupero vado in giro con una bicicletta elettrica, che pesa circa 20 kg, ma rappresenta una sfida molto particolare in termini di potenza. Nel complesso mi alleno per circa 15-25 ore alla settimana.

Una cosa decisiva dell’allenamento è il riposo, e in particolare il sonno. Cerco infatti di dormire 8-9 ore a notte e fare un sonnellino nel pomeriggio. Questa è la grande differenza da quando sono una professionista: ho più tempo per il riposo e posso concentrarmi sull’essenziale.

 

Quali tre suggerimenti dai a chi quest’anno desidera partecipare a una maratona di mountain bike?

  1. Allenati in modo ben strutturato e in base ai requisiti del tuo grande obiettivo.
  2. Acquista un materiale appropriato e prenditene cura.
  3. Programma l’alimentazione durante la gara. La dieta è un aspetto fondamentale e decisivo per ogni gara, quindi inizia presto ad esercitarti e a programmare una strategia. Ti conviene testare il tutto durante una gara di preparazione.

Come affronti una gara? Ti prefiggi una tattica precisa oppure ti adatti alla situazione? Hai un programma di alimentazione? Che suggerimenti dai agli amatori?

In termini di preparazione sono una perfezionista, quindi cerco di raccogliere quante più informazioni possibili sulla gara. Più sono informata e preparata, meno sono nervosa. Se possibile vado a vedere il percorso, pianifico i pasti e il materiale e studio le concorrenti, ovvero i loro punti di forza e le loro debolezze, così da non avere sorprese. Non ci sono scuse: se qualcosa non va, vuol dire che non mi sono preparata a sufficienza.

I miei consigli per il ciclista amatoriale:

  1. Con una buona preparazione in termini fisici e mentali sei già a metà dell’opera.
  2. Quello che fanno i professionisti non va sempre bene per gli amatori. Occorre adattare il materiale, la dieta e la tattica alle proprie esigenze.
  3. Valuta realisticamente le tue capacità personali e suddividi le fasi di gara in base ad esse.

 

 

 

Foto: ZVG