Alanis Siffert nel 'Check' di Datasport
Immagine: @XTERRA
Poiché le piscine coperte erano chiuse durante la pandemia, Alanis Siffert, ambiziosa nuotatrice, ha rivolto la sua attenzione alla corsa e al ciclismo. Ha preso subito gusto in queste nuove discipline e ha iniziato a partecipare rapidamente al suo primo triathlon. I successi non si sono fatti attendere: la giovane di 23 anni, originaria di Villars-sur-Glâne, è diventata lo scorso anno vicecampionessa europea nel suo primo full ironman con un tempo impressionante di 8h30:16. Solo una svizzera, Daniela Ryf, ha mai corso la lunga distanza più velocemente.
Obiettivi per il 2025
Per la stagione 2025, i miei principali obiettivi sono il Challenge Roth del 6 luglio 2025 e l’Embrunman del 15 agosto 2025.
Non vedo l'ora di partecipare al mitico Challenge Roth il 6 luglio 2025 e vivere questa gara godendomi la sua atmosfera fantastica. In agosto, prenderò parte all'Embrunman, una gara sulla distanza ironman con oltre 5.000 m di dislivello positivo in bici. Una gara estremamente dura, ma mi piace affrontare le sfide e uscire dalla mia zona di comfort.
Allenamento quotidiano
Varia in base ai giorni e alle sessioni, ma in genere ho 3 allenamenti che scandiscono la mia giornata. Sveglia alle 6:30, primo allenamento alle 7:00, secondo alle 10:30 e terzo alle 15:30. Spesso faccio un pisolino tra un allenamento e l'altro. Avere una routine è molto importante per me, perché mi aiuta a mantenere le mie abitudini e a dare ogni giorno il meglio di me stessa.
Filosofia di allenamento
Divertimento, disciplina, duro lavoro. Il triathlon è la mia passione e ho la fortuna di potermi realizzare nello sport. Ogni mattina mi sveglio con lo stesso obiettivo: dare il massimo per diventare un'atleta migliore. Mi alleno ascoltando il mio corpo, cioè seguendo le sensazioni. Le mie zone di allenamento sono definite come facile/moderato/medio/folle. In questo modo, qualsiasi sia il mio stato (in forma, stanca, motivata o altro), riesco a dare il meglio con le risorse che ho quel giorno. Questo rende gli allenamenti molto più soddisfacenti rispetto al concentrarsi solo su numeri e zone da mantenere tutto il giorno.
Immagine: @XTERRA
Coach
Brett Sutton ha allenato anche Nicola Spirig, medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Londra, e Daniela Ryf, pluricampionessa del mondo Ironman. Provenendo dal nuoto (ho partecipato ai miei ultimi campionati élite nell’estate 2021), ho iniziato il triathlon proprio quando ho incontrato Brett a St. Moritz. Mi ha proposto di entrare nel suo team di triatleti professionisti, e ho accettato subito. Ha capito subito chi ero, e insieme stiamo crescendo passo dopo passo. Quando mi assegna un allenamento, non lo metto in discussione. Mi fido di lui al 100%, perché sa esattamente di cosa ho bisogno. Credo che avere un rapporto di fiducia sia fondamentale. Da parte mia, gli do un feedback preciso dopo ogni sessione e così procediamo giorno dopo giorno.
La mia più grande lezione nello sport professionistico
A marzo 2025, il full Ironman in Nuova Zelanda è stato molto formativo per la mia carriera. Durante la gara, dopo 80 km in bici, ho improvvisamente sentito un dolore lancinante al ginocchio, come una coltellata, e non riuscivo più a pedalare normalmente. Non avevo più forza nella gamba e il dolore era insopportabile. In quel momento pensavo che non sarei riuscita a finire. Tuttavia, dentro di me non volevo mollare, anche se andavo molto più piano, e ho completato comunque i 180 km. È stata solo la mia forza mentale a farmi andare avanti. Alla transizione T2 volevo fermarmi, ma mi sono detta: perché aver sofferto per 100 km se poi mi fermo adesso? Se dovrò camminare i 42 km, lo farò… ma finirò la gara. E alla fine ho corso. Per me è stata una lezione importante: non solo ho scoperto un nuovo limite al dolore, ma ho anche capito quanto conta la forza mentale in questo sport. Ho anche imparato che, anche se si è preparati al 100%, ci sono fattori fuori dal nostro controllo e tutto può accadere in gara. Bisogna essere pronti ad adattarsi per dare il massimo con le condizioni del momento.
Il mio punto di forza
Direi la mia forza mentale. Amo le sfide e, quando mi impegno in qualcosa, lo faccio al 100%. Nel triathlon, e soprattutto nell’Ironman, più si va avanti nella gara, più l’aspetto mentale e l’approccio possono fare la differenza.
Il mio punto debole
Sono perfezionista, che può essere sia un pregio che un difetto. Penso che questo mi renda molto rigorosa e coinvolta, ma sto imparando anche a lasciar andare le cose che non posso controllare.
Immagine: @XTERRA
Le chiavi del successo
Divertirsi prima di tutto, non mettersi troppa pressione e dare sempre il meglio di sé, nei giorni buoni come in quelli difficili, per non avere rimpianti. Avere pazienza: il successo non cade dal cielo. Serve lavorare duramente, essere disciplinati e, passo dopo passo, migliorare e crescere.
I lati difficili
Come triatlete professioniste, dedichiamo il 100% della nostra vita al triathlon. Questo significa mantenere uno stile di vita rigoroso, allenarsi ogni giorno, fare sacrifici, stare lontano dalla famiglia. Ma dall’altro lato, lo considero un privilegio: vivo momenti ancora più intensi con i miei cari quando ci ritroviamo. Condividiamo emozioni straordinarie attraverso lo sport. Posso viaggiare in tutto il mondo per le gare, incontrare tante persone e scoprire luoghi magnifici.
Il mio sogno sportivo più grande
Diventare campionessa del mondo. Ma prima di tutto, potermi realizzare attraverso lo sport, durante la mia carriera, e ispirare altre persone a fare lo stesso, adottando uno stile di vita sportivo.
Modelli
Nicola Spirig e Daniela Ryf. Entrambe sono state allenate da Brett Sutton. Sapere che queste due campionesse hanno seguito gli stessi allenamenti che faccio oggi è per me molto ispirante e motivante.
Watt o sensazioni?
Le sensazioni. Non ho mai usato un misuratore di potenza né in allenamento né in gara. Uso la cadenza come riferimento.
Immagine: @Javier Leon
Allenamento più duro
La prima volta che ho corso 28 km sulla pista d’atletica di St. Moritz. Mi sono sentita orgogliosa e soddisfatta, nonostante la fatica intensa.
Allenamento preferito
Le lunghe corse della domenica nel bosco, quando la natura si risveglia e incontro scoiattoli, caprioli, camosci e uccelli che cantano. Mi sento connessa alla natura e libera, e concludo con un delizioso brunch condiviso in famiglia.
Consigli di nuoto per triatleti
Molte persone sono spesso rigide quando nuotano. Per sentirsi bene in acqua, bisogna riuscire a rilassarsi. La respirazione è altrettanto fondamentale: non bisogna trattenere il fiato, ma una volta inspirato, bisogna espirare sott’acqua. In gara, nuotare in acque libere è molto diverso dalla piscina. In tanti possono andare in panico a causa delle condizioni, delle onde, dell’acqua fredda o della folla. Credo sia utile avere un piccolo trucco mentale, come una parola o una frase da ripetere nella propria testa durante la nuotata per restare calmi, nuotare bene e controllare la respirazione. Per me funziona qualcosa come “rilassati”.
Consiglio segreto
Nel triathlon, la dieta è la quarta disciplina. Non ti fa vincere la gara, ma può fartela perdere. È come un’auto da corsa: se finisce la benzina, non va più. Ognuno è diverso e bisogna testare in allenamento ciò che funziona o meno, per affinare il proprio piano di alimentazione in gara. Proprio come per gli allenamenti, è importante ascoltare il proprio corpo e prendersi cura di sé, sia fisicamente che mentalmente. Il recupero è importante quanto l’allenamento! E una cosa fondamentale: mai provare qualcosa di nuovo in gara, sempre testarlo prima in allenamento.
Grazie ad Alanis Siffert per aver risposto alle nostre domande!
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