Confusione tra i termini per le biciclette da fuoristrada
Foto: Trek Bikes
Qual è la differenza tra una bici da ciclocross, una da endurance e una gravel bike? Una guida per provare a orientarsi.
Gli svizzeri conoscono il cross già da tempo, la serie mondiale si chiama Coppa del mondo di ciclocross, ma nei cataloghi dei produttori si trova sempre più spesso anche il termine gravel bike. Ciò che si intende è lo stesso tipo di bicicletta, ovvero una bici da corsa con pneumatici larghi o adatta allo sterrato.
La particolarità di questo tipo di bicicletta è il manubrio ricurvo della bicicletta da corsa al posto di quello dritto della mountain bike e le gomme più larghe rispetto alle normali biciclette da strada. Tutto qui, queste sono le poche caratteristiche definite. Ma andiamo con ordine.
Progettata per le corse
Originariamente, le biciclette da cross presentavano un tipico telaio da corsa con manubrio dello stesso genere. L’unica differenza rispetto alle classiche biciclette da strada erano i pneumatici più larghi con tassellatura più pronunciata, per evitare, nel fango, di scivolare fuori dalla curva. Ben presto furono costruiti però telai speciali, che offrivano spazio sufficiente per gli ingombranti pneumatici e facevano in modo che il fango non vi si incastrasse.
Con il boom della mountain bike alla fine degli anni Ottanta, anche gli sport di massa sono stati attratti dal fascino del fuoristrada. Il terreno preferito dagli appassionati è diventato sempre più aspro e accidentato. Ci volevano quindi pneumatici molto larghi, ruote più piccole, un manubrio dritto e più marce, con tre corone, poi arrivarono gli ammortizzatori anteriori, posteriori e ancora più sospensioni ovunque. Le mountain bike avevano avviato la loro marcia trionfale. L’acciaio fu sostituito dall’alluminio, l’alluminio dal carbonio.
Ciclocross dalla lunga tradizione
La diversificazione delle mountain bike continuava a progredire, tanto che oggi esiste una bicicletta adatta a ogni specifico utilizzo, per non parlare del boom delle biciclette a pedalata assistita. La bicicletta da ciclocross, progettata in stile puristico e principalmente per le corse, è rimasta invece per molto tempo invariata. Ecco le caratteristiche più importanti: ruote da 28 pollici, un angolo di sterzata abbastanza stretto per maggiore agilità, un assetto di guida relativamente sportivo con il peso spostato sulla ruota anteriore e un movimento centrale più alto per poter pedalare anche in curva. Inoltre pneumatici tassellati piuttosto stretti, che è un requisito previsto dal regolamento delle competizioni. Nelle gare ufficiali di ciclocross, infatti, le gomme non devono essere più larghe di 33 mm.
Nuovo potenziale nello sport di massa
Lo sviluppo nel segmento dello sport di massa è invece molto diverso. I produttori si sono infatti resi conto che nel segmento off-road c’era un vuoto da colmare tra le puristiche biciclette da cross, realizzate per le corse, e le robuste mountain bike con sospensioni infinite e grossi pneumatici da 2,8 pollici, poiché su terreni non alpini e fuori dai sentieri appositamente battuti, cioè dove si stima che si muova il 70% di tutti gli appassionati di mountain bike, si può avanzare bene e, soprattutto, notevolmente più in fretta anche con biciclette da fuoristrada sportive ma leggere.
Le nuove specifiche delle biciclette da cross erano quindi: più maneggevolezza e più comfort nella seduta, più sicurezza in frenata e telai con speciali geometrie per il montaggio di pneumatici più larghi. L’industria del settore ha applicato le specifiche in modo estremamente creativo e così la gamma di “biciclette da corsa con pneumatici larghi” si è sempre maggiormente diversificata.
Il passo delle ruote si è allungato, il movimento centrale si è spostato un po’ più in basso. Come per la mountain bike, i materiali sono diventati più raffinati e leggeri e l’aspetto generale oggi varia da sobrio a sgargiante. I freni a disco sono diventati di uso comune. Questo, tuttavia, ha innescato altri aggiustamenti, come in un domino. Per resistere alla pressione dell’asse ed essere più rigido alla torsione, insieme al freno a disco è diventato di serie anche il perno passante. Questo significa però che manca lo sgancio rapido, che nei tour può essere utilizzato per attaccare il portabagagli. Ciò a sua volta ha aperto le porte a una nuova tendenza che ha conquistato la scena: il bikepacking. Si tratta di un metodo per viaggiare con una snella bicicletta da fuoristrada per due o tre giorni senza zaino e senza i classici portapacchi. Le borse vengono infatti agganciate direttamente alla bici sotto la sella, tra il telaio o sul manubrio.
Tra fango e ghiaia
Oggi la gamma si estende dalla bicicletta purosangue e ultraleggera da cross alla confortevole gravel bike da turismo con dinamo sul mozzo, parafango e sistema di sospensione sulla forcella o sull’attacco manubrio. A seconda dell’allestimento, l’offerta si rivolge all’appassionato di mountain bike che vuole un’alternativa per facili tour su percorsi fuoristrada o all’amante della bici da strada, che di tanto in tanto fa un giro anche sullo sterrato. Oppure al nuovo acquirente che è alla ricerca di una bicicletta per tutte le occasioni e non vuole fossilizzarsi solo sulla strada.
La creatività dei reparti marketing ha ideato termini avventurosi come gravel bike, all-road, new-road o endurance, oltre ai termini già noti, come appunto bicicletta da ciclocross, ma non esiste una definizione fissa che ne delimiti l’uso. Solo i manubri da corsa sono (ancora) comuni a tutti i modelli. I vari termini non rappresentano una categoria di biciclette strettamente regolamentata, ma piuttosto esigenze, esperienze e settori di utilizzo a cui l’industria vuole venire incontro con le diverse categorie a disposizione.
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