Intervista con Christian Mathys
Da oltre 10 anni Christian Mathys corre di vittoria in vittoria. Finora è stato oltre 50 volte sul podio. Nel suo palmarès vi sono varie vittorie di gare della ZKB ZüriLaufCup, varie corse di montagna e la World Airline Road Race 2015 di Dubai. Mathys fa parte della squadra di corsa di montagna svizzera ed è il pilota più veloce del mondo!
Essendo pilota di linea, viaggi molto. Come adegui il tuo allenamento alle specifiche circostanze dei rispettivi paesi e ai fusi orari? Dove corri? Come scegli i percorsi?
Di solito il mio allenamento varia a seconda dell’orario di lavoro; l’ora locale non ha grande importanza. Normalmente vado a correre quasi sempre subito dopo l’arrivo. A Delhi di solito dalle due alle tre di notte. Per eseguire un allenamento esattamente secondo il programma, spesso corro sul tapis roulant della palestra dell’hotel. Così non devo fermarmi a un semaforo ogni 50 m, non muoio di caldo a 40° o con il 100% di umidità e non mi devo preoccupare dei miei polmoni a causa dello smog. Alcune destinazioni hanno però bellissimi sentieri per correre, un tempo adatto e a volte anche una pista pubblica di 400 m, come a Tokyo. Ora so già dove e quando posso andare a correre. Quando ho iniziato con i voli intercontinentali, quattro anni fa, dovevo consultare prima Google Earth per trovare un buon percorso. Cercavo sentieri pianeggianti o salite senza incroci per fare sprint in collina. Ho trovato questi ultimi a Montreal e Hong Kong. Per le salite mediamente ripide posso anche allenarmi sul tapis roulant.
Hai fatto parte della squadra della maratona ai Campionati europei del 2014, fai parte della squadra nazionale di corsa di montagna e nelle corse su strada sei sempre tra i primi. Quali sono secondo te i migliori tre suggerimenti per i corridori, che permettano loro di conquistare successi sportivi durante l’anno?
- Porsi degli obiettivi specifici e allenarsi per raggiungerli.
- Allenarsi secondo un buon programma senza trascurare le proprie condizioni fisiche.
- Ricordarsi di riposare, dormire a sufficienza e rimanere in buona salute.
Le corse di montagna a cui partecipi non finiscono sempre nel punto più alto, ma sono caratterizzate da uno stesso numero di metri di dislivello positivo e negativo. In cosa differisce nella preparazione un percorso in salita-discesa da quello di una corsa di montagna “classica”?
Purtroppo non ho ancora raggiunto un risultato davvero eccezionale e quindi non ho un consiglio universale da dare. Al campionato del mondo di corsa in montagna “up and down” dell’anno scorso, tuttavia, ho notato che i passaggi in discesa non erano semplici, la muscolatura era sovraccaricata e perdevo molto tempo per la seguente salita. Pertanto secondo me è importante abituarsi a correre anche in discesa durante la preparazione. La cosa migliore è allenarsi su un percorso simile a quello della gara sia in salita che in discesa. Con “simile” intendo la salita, la pendenza, il terreno e la difficoltà tecnica.
Uno dei tuoi punti di forza è la tua versatilità. Puoi darci una panoramica di quanto ti alleni alla settimana, ovvero corsa, allenamento alternativo, pesistica e recupero?
La mia versatilità deriva forse dalla carriera nell’orienteering quando facevo parte degli juniores. Oggi mi alleno in modo diverso a seconda della gara che devo disputare. Prima di una gara su terreno pianeggiante (es. mezza maratona) è così: corro tra 100 e 160 km a settimana su terreno per lo più pianeggiante, non mi alleno quasi mai in bicicletta (la mia unica disciplina alternativa) e faccio pesi in palestra una o due volte alla settimana. Prima di una corsa di montagna corro meno ogni settimana perché il percorso è in salita e il numero di chilometri è meno importante. In questo tipo di gara la bicicletta è perfetta, quindi la uso da 0 a 3 volte alla settimana. Aumento l’effetto degli esercizi di ginnastica di potenziamento muscolare portando uno zaino. Anche le attività rigenerative (stretching e massaggio) richiedono abbastanza tempo, ovvero tra 30 e 90 minuti al giorno.
Foto: ZVG
Ringraziamo Christian Mathys per le sue interessanti risposte.
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