Intervista con Paula Radcliffe
Alla Maratona di Londra del 2003 Paula Radcliffe ha stabilito un record per l’eternità. Le sue 2:15:25 oggi, ben 15 anni dopo, sono ancora inarrivabili. Nel frattempo Paula, madre di due bambini e sei volte campionessa del mondo, ha cambiato schieramento, lavora infatti come allenatrice per atleti ambiziosi ed è ambasciatrice di varie organizzazioni.
Eliud Kipchoge ha battuto il record mondiale della maratona lo scorso autunno a Berlino, portandolo a un livello apparentemente irraggiungibile, come hai fatto tu 15 anni fa. Secondo te abbiamo raggiunto il limite o è ancora possibile fare di meglio?
Credo che Kipchoge abbia fatto un enorme passo avanti. Avevamo già visto a Monza che avrebbe potuto battere il record del mondo in grande stile e ora l’ha fatto. Penso che per il momento rimarrà in testa e il record resterà intatto per un po’ di tempo. Se qualcuno può avvicinarsi alle due ore è lui, e comunque penso che ci vorrà del tempo prima che il limite delle due ore venga infranto. Rimarrà sicuramente in piedi per un po’.
Nel 2015 hai terminato una carriera di successo. Ci sono cose che faresti diversamente se potessi tornare indietro?
Io non credo nei rimpianti, perché in fondo tutti cercano sempre di fare la cosa migliore in ogni situazione, poi si è orgogliosi di ciò che si riesce a compiere e si accetta ciò che invece non ha funzionato. Si impara sempre qualcosa dall’esperienza. Ovviamente non sono stata felice di essermi infortunata prima dei Giochi olimpici di Atene e Pechino, perché avrebbe significato non correre al meglio. D’altra parte ho avuto invece fortuna nella maggior parte delle altre competizioni. Posso dire che le cose che sono andate nel verso giusto sono molte di più di quelle che non hanno funzionato come avrebbero dovuto.
Quali sono i tuoi principi di allenamento? Secondo te li possono applicare anche gli atleti amatoriali?
Sì, e si possono riassumere nel divertirsi a correre. È questo il fulcro di tutto: godersi la corsa e svagarsi. Ma naturalmente anche lavorare sui propri punti di forza e sulle proprie debolezze. È giusto lavorare sui punti deboli, ma anche riconoscere dove siamo bravi e adeguare l’allenamento e le corse ai nostri punti di forza. È anche importante avere un programma e attenersi ad esso.
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Puoi darci qualche consiglio per la preparazione finale di una gara?
Nel caso della maratona o di un’altra gara a lunga distanza, è davvero importante allenarsi a indossare le scarpe e l’abbigliamento che si intendono portare il giorno della gara. In questa fase, gli ultimi preparativi sono stati completati, quindi l’attenzione andrebbe concentrata sul benessere e sul recupero da tutto il duro lavoro. Penso che a questo punto bisognerebbe fare corse più facili con alcune camminate veloci, e poi recuperare energie, fare stretching e massaggi. Naturalmente non bisogna dimenticare di dormire bene durante la settimana prima della gara, perché spesso non si dorme bene la notte prima. Fondamentalmente bisogna riempire le scorte prima della gara. E mangiare bene!
Hai qualche segreto che ci puoi rivelare?
Penso che la cosa più importante sia ricordare che anche il riposo è un aspetto importante dell’allenamento. Spesso si tende a dimenticarlo e si pensa solo a correre e ad allenarsi senza sosta. Se però corpo e mente sono stanchi, a volte il miglior allenamento in assoluto è un giorno di riposo.
Foto: ZVG
Ringraziamo Paula Radcliffe per le sue interessanti risposte.
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